lunedì 15 gennaio 2018

Ecco a voi un racconto giallo che ho inventato

                                                                                                                                              E.X
Era un semplice pomeriggio, il Generale della polizia di Milano era solito leggere il giornale. Lo leggeva ogni giorno ormai era quasi un hobby per lui. Le sue pagine preferite erano quelle di genere giallo.
16/07/2013
Il giallo con noi
15/07/2013
Un uomo di nome Cristian Gagliardi abitante in via S. Paolo, città di Milano, è stato ucciso intorno alle 20.30 del giorno 15/07, il corpo è stato ritrovato davanti casa sua.
Il Generale leggendo quelle parole fermò la lettura per un paio di minuti.
“Cristian Gagliardi…Cristian Gagliardi?” Il Generale provò a ricordare se conoscesse qualcuno con quel nome, ma non gli venne in mente nulla.
Cristian Gagliardi era nuovo a Milano. Era giunto in città il 10/07/2013. Probabilmente il ragazzo era scappato dalla Sicilia perché aveva ricevuto pesanti minacce.
Il Generale non esitò e chiamò subito l’investigatore Colombo.
-         “Pronto Signor Colombo! Abbiamo un nuovo caso per lei” - “Arrivo subito”

Appena giunto in commissariato, Colombo, cominciò a domandare chi fosse la vittima dell’omicidio.
Il signor Rimini cominciò a raccontargli tutta la storia. Gli disse il nome della vittima, quando fu ucciso, dove venne ritrovato il corpo e che il povero ragazzo era nuovo in città.
Due giorni dopo cominciarono le investigazioni. La prima cosa da analizzare era ovviamente il luogo dove era stato ritrovato il cadavere. Per prima cosa fu trovata l’arma del delitto. Si trattava di un coltellino svizzero, il quale venne portato alla polizia scientifica per analizzarne le impronte digitali che erano presenti su di esso.
Entrarono nella casa del povero Cristian per trovare qualche indizio. C’era un gran disordine: foto rovinate del povero Cristian e della sua ragazza, vi erano anche bottiglie di birra sparse per tutta l’abitazione.
Qualche giorno dopo il Dottor Colombo tornò in quella casa. In un cassetto trovo tantissime lettere firmate E.X.
Alcune lettere dicevano: “Se tu con lei non tornerai solo del male riceverai
Altre: “Continui a sbagliare ma prima o poi la dovrai pagare”
Colombo allora cominciò a pensare:” Con tutte queste minacce il ragazzo doveva essere preoccupato, terrorizzato! Dalle firme delle lettere sembrava che era stata proprio la sua ex ragazza ad averlo ucciso.
La sua ex ragazza di nome Giulia Milanese fu portata in Commissariato dove venne interrogata. La signorina cominciò a fare domande sul perché l’avevano condotta lì. Il colonello Rimini le spiegò che l’avevano portata in Commissariato poiché era indagata sull’omicidio di Cristian Gagliardi, il suo ex ragazzo. Le fecero tantissime domande ma lei aveva un alibi: quella sera diceva di essere stata al cinema con il suo nuovo ragazzo Simone. Quest’ultimo andò in Commissariato e confermò l’alibi della sua ragazza mostrando foto risalenti proprio a quella sera.
Giulia quindi rimase fuori dal caso.
“Come non è lei? Chi può essere allora? Non lo so… non lo so!” disse Colombo.
In casa di Cristian furono trovati anche dei cuori spezzati qua e là. Era qualcuno che ci teneva al suo amore. Non poteva essere la sua ragazza attuale poiché era partita a Giugno per ragioni lavorative. Doveva essere qualcuno che apparteneva al suo passato. L’Investigatore Colombo cominciò quindi a ragionare per esclusione… “La sua ex ragazza non è, la sua ragazza attuale non è, i suoi familiari non di sicuro li abbiamo già interrogati ma senza risultati…uff…chi può essere? Non ci resta che aspettare la risposta degli esperti”
Due giorni dopo finalmente gli esperti chiamarono. Le impronte risalivano alla mamma dell’ex ragazza di Cristian di nome Elena Xcofcher (Tedesca)
Era l’unica che poteva aver compiuto quel crimine. Chi altro altrimenti? Lei però aveva un alibi. Quella sera era semplicemente a casa a leggere un bel libro ascoltando un po’ di musica leggera.
4 Giorni dopo……
“Signora Xcofcher venga subito in commissariato!” Disse il generale Rimini.
“Arrivo subito!” esclamò Elena Xcofcher.
Appena arrivata lì il colonello le spiegò che sull’arma del delitto c’era il suo DNA… lei aveva mentito di essere a casa il 15/07 perché proprio quello stesso giorno alcune telecamere l’avevano ripresa passare alle 20:30 da via S. Paolo. All’inizio la signora mantenne la calma ma poi esplose e urlò: <<Cristian era un ragazzo sciocco! Doveva pagare, mia figlia ha sofferto molto per lui, non sopportavo il fatto che si disperava per un ragazzo incoerente! La doveva pagare! Arrestatemi! Fatemi quello che volete, ma quel ragazzo ha pagato!”

Queste sono state le ultime parole di Elena Xcofcher. Fu condannata all’ergastolo ma dopo soli due anni morì.

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